ESCURSIONE

Sa Conca Isteddata

Difficoltà: difficile

Durata: 5h

Distanza: 6,8 km

Dislivello: +440 -440

Quota massima: 862 m

Alla scoperta del monumento naturale in granito

Tra i percorsi più panoramici della Sardegna, quello in direzione di Sa Conca Isteddata è il sentiero più alto del territorio di Irgoli. Gli sforzi fatti verranno ripagati restituendo straordinari panorami a 360° della costa orientale sarda.

La volta di Sa Conca Isteddata
Sentiero nel bosco per Sa conca Isteddata
Roccia forata dall'erosione - Sa conca isteddata

Si parte dalla sorgente in località Janna ‘e pruna, percorrendo un breve tratto su asfalto in direzione est fino al cancello verde (richiudere se trovato chiuso) che immette nella zona di Norghio per una larga sterrata.  Si lascia la locanda a sinistra, dove è possibile prenotare per un pasto al termine dell’escursione, procedendo sempre su sterrata e poi a destra per una pista dissestata in discesa.

Si giunge ben presto presso una sorgente: purtroppo i lavori per la sistemazione dell’area hanno modificato la situazione idrica della zona, disperdendo la vena d’acqua.  Si oltrepassa la sorgente, seguendo un sentierino in salita in direzione est, con sporadici segni bianco-rossi e passando accanto ai ruderi di una costruzione rettangolare, poi costeggiando una recinzione e oltrepassandola grazie a uno scalandrino, per seguire poi il sentiero in un vero e proprio tunnel sotto grandi cespugli di erica e corbezzolo.

Si sbuca in una cresta pietrosa, con vista già splendida verso il mare, la piana di Orosei e la foresta di Norghio alle proprie spalle e si prende a sinistra, in lieve salita, per individuare poi sempre sulla propria sinistra (omini di pietre e segni bianco-rossi) una deviazione che porta ancora a percorrere un tratto sotto grossi corbezzoli. Un ultimo tratto in lieve salita porta ad una ampia sella erbosa circondata dal bosco.

Da qui si effettua una deviazione prendendo a destra, in salita sui cespugli di erica, per giungere alla puna Columbos (segnalata).

Questa è la prima delle cime dell’escursione e permette una vista unica sulla Baronia intera. Essendo la più orientale delle vette, il mare è molto più vicino e si possono osservare bene molte delle spiagge più celebri della zona.

Si ritorna alla sella, prendendo stavolta nella direzione opposta a Punta Columbos: dopo pochi passi, il sentiero si divide. Entrambe le tracce portano ad un’altra sella, nota come Sa Sedda ‘e Serghilis, ma quella a destra permette di visitare la punta omonima, mentre la deviazione di sinistra, più bassa, raggiunge il valico per un comodo sentierino in mezzo ai corbezzoli.

Si sceglie qui di prendere per la via più panoramica e si prende quindi il sentierino a destra, segnalato sporadicamente con segnavia bianco-rossi. Si sale ripidamente, superando i resti di alcuni ricoveri pastorali in muratura. La cresta è straordinariamente panoramica, in particolare sull’abitato di Siniscola, la costa omonima e la parte settentrionale del Montalbo.

Si raggiunge una vasta pietraia pochi metri sotto la cima, che si può guadagnare per facili roccette e risulta in parte ingombra da vegetazione.

Si riscende in direzione sud, forando la vegetazione a corbezzoli ed erica, per giungere quindi a Sa Sedda ‘e Serghilis. Anche qui il sentiero si divide: a sinistra si procede per Sa Conca Isteddata, ma il sentiero, anche se spettacolare, è malagevole poiché percorre una cresta affilata in cui occorre saltare letteralmente da un macigno granitico all’altro.

Si prende quindi a destra, per funtana Serghilis, una bella sorgente perenne che si raggiunge con un facile sentiero in discesa nel bosco di leccio.

Dalla sorgente si prende a sinistra, incontrando dapprima un punto panoramico sulla vallata e poi, rimanendo in quota con leggeri saliscendi, proseguendo sotto la lecceta per una traccia che aggira grossi macigni granitici scolpiti dal vento. È solo l’anteprima della fantasia e della ricchezza con cui il vento si è prodigato nell’erosione in questa zona.

Dopo una breve discesina, a circa 10’ di cammino dalla sorgente, si fa attenzione a una esile traccia che si stacca a sinistra, in salita in direzione della cresta, indicata con omini di pietra. La si imbocca, procedendo in salita e uscendo gradualmente dal bosco nella macchia composta prevalentemente da erica arborea. Si procede aggirando grossi roccioni erosi, giungendo a scollinare in una cresta ampia in mezzo a grossi blocchi di granito.

Sa Conca isteddata (letteralmente: la grotta stellata) è a pochi passi.

Si gira a sinistra, individuando un macigno grande all’incirca come un’utilitaria posato su un altro blocco e strisciandovi dentro: è straordinario osservare come l’erosione abbia traforato con maestria unica l’intero “uovo” di roccia, trasformandone le pareti e la volta in una successione continua di fori e sculture. È sicuramente uno dei monumenti naturali unici della Sardegna e uno dei meno conosciuti.

Viene adesso la parte più severa dell’escursione: dalla conca si prende verso sud, oltrepassando la deviazione da cui si era giunti e proseguendo sul filo di cresta, seguendo alcuni sporadici segnali bianco-rossi che costringono ad una serie di acrobazie su macigni granitici. Qualche grosso leccio spunta miracolosamente dai pochi varchi che il granito concede.

Si passa accanto ad un’altra cavità, con vista magnifica sull’intero Montalbo, nota come Sa Conca de Su Banditu, e si prosegue sulla cresta, che va lentamente spianandosi ed addolcendosi.

Il panorama sempre straordinario ripaga degli sforzi fatti: presso una selletta ingombra dei soliti cespugli di erica arborea si svolta a destra, mirando ad una ampia sella sotto la più alta delle vette: Monte ‘e Senes. Ci si giunge per un comodo sentierino, leggermente chiuso dalla vegetazione. Dalla sella si recupera una sterrata disastrata per la quale si perviene facilmente alla cima di Monte ‘e Senes: da qui il panorama spazia a 360° partendo da Capo Figari, Tavolara, per contemplare l’intera costa orientale fino a Capo Monte Santo e poi il Supramonte, il Gennargentu, l’intera Baronia ed il Montalbo. Più lontani, l’Ortobene di Nuoro, Monte Gonare e Muggianeddu sopra Tonara: si domina e si osserva quasi metà dell’Isola.

Si ritorna alla sella sotto Monte ‘e Senes continuando sulla sterrata disastrata, seguendola stavolta in discesa finché questa non piega decisamente a sinistra: continuando su di essa, si giungerebbe rapidamente a Norghio dopo aver superato una recinzione tramite uno scalandrino. Si devia invece a destra, seguendo accenni di sentieri percorsi dalle vacche e dalle capre, passando in rapida successione alcune raccolte idriche chiuse con muretti in epoca fascista.

Si sta ora scendendo lungo un impluvio ampio e spoglio, in ambiente montano, che ha come margine destro la cresta rocciosa che precipita da Monte ‘e Senes verso la strada sottostante.

Questa si raggiunge rapidamente proprio presso la sorgente ove si era lasciata l’auto. Nei dintorni, è fortemente consigliabile la visita al sito di Ianna ‘e Pruna.

Download file: sa conca isteddata.gpx

Inizio escursione:

Janna ‘e Pruna

Arrivo dell'itinerario:

Sa Conca Isteddata, Monte ‘e Senes

Parcheggio:

Spiazzo presso la sorgente di Janna ‘e Pruna

Trasporto Pubblico:

Autobus per Irgoli

Arrivo:

Dal centro di Irgoli si seguono le indicazioni per il sito di Janna ‘e Pruna, presenti anche i cartelli che indicano Sa Conca Isteddata. Per strada asfaltata (12,3 km) si arriva prima al sito archeologico e poi, sulla sinistra, si trova una prima sorgente e poi una seconda, con spiazzo selciato, presso la quale si posteggia.