ESCURSIONE

Pontesu, Talaché

Difficoltà: difficile

Durata: 6,30 h

Distanza: 10,5 km

Dislivello: +500 -500

Quota massima: 786 m

Una cresta spettacolare e una foresta misteriosa

Grazie a questo itinerario è possibile fare una lunga camminata panoramica nell’entroterra della Sardegna orientale. Una passeggiata in montagna con vista panoramica sulla Baronia meridionale, attraversando una foresta misteriosa circondata da grandi massi di granito.

Zona paludosa con vista fra giunchi e pecore
Sentiero mountain bike Pontesu
Sentiero zona paludosa fra giunchi

Dal valico di Jannas si prende la strada sterrata a sinistra, tenendo la più alta delle due sterrate al bivio immediatamente successivo. Si sale rapidamente, in un crescendo continuo di vedute e ampiezza d’orizzonte, percorrendo due ampi tornanti finché la strada non si porta in direzione sud-sudest, mantenendosi sempre sterrata e letteralmente spalancando la vista sull’intera Baronia meridionale, il Supramonte e il lontano Gennargentu.

È un luogo magnifico e la facile camminata per la sterrata lascia più tempo alla contemplazione e permette di godersi appieno la lunga cresta che si va affrontando, lasciandosi sulla destra una vedetta forestale, sempre il leggera e costante salita.

In località Abba Vritta, presso alcuni attrezzi pastorali utilizzati saltuariamente e solo in estate, la strada si rovina e diviene un sentiero pietroso che si segue sempre tenendo la direzione e salendo leggermente. Si guadagna costantemente quota e il panorama ne beneficia ulteriormente, permettendo ora di scoprire anche il Montalbo, a destra, le cui creste sono esattamente parallele a quella che si sta percorrendo: non esiste altro luogo per contemplarle così da vicino e nella loro interezza.

Si prosegue a salire fino a scollinare: sulla destra, un albero isolato in una cresta rocciosa e brulla segna la Punta Su Grabellu, mentre a sinistra si trova la sorgiva di Tanarghé. Di fronte, un caos di blocchi suggerisce quasi la forma di una costruzione incantata ed ha probabilmente dato origine al toponimo di Su Palathu de Pontesu, il Palazzo di Pontesu. Ci si tiene tra questo e la punta Su Grabellu, per un esile sentierino che attraversa una zona paludosa ingombra di giunchi.

Il contrasto tra il verde dell’erba, l’azzurro del cielo e i massi granitici è straordinario e suggerisce molteplici scorci fotografici.

Si giunge in vista dei ruderi di Cuile Pontesu, costituiti da alcuni recinti di pietra e da quelli di una capanna, con bella vista sul Gennargentu lontano, il Supramonte ed i monti di Nuoro e Orune. Dalla capanna, a cui si giunge in leggera discesa, si prende a destra, trascurando deviazioni verso sinistra che porterebbero in breve a guadagnare la sterrata di Ianna Neulotha, andando invece a portarsi sulla porzione occidentale della cresta prima percorsa, rimanendo quindi sul versante opposto di Punta Su Grabellu individuando una mulattiera facile che taglia i costoni in direzione nord-nordest. Il sentiero così imboccato piega leggermente sulla destra fino a raggiungere uno spuntone roccioso, circondato da bassi cespugli di erica e bastoni di ferula secca. Da qui è possibile rientrare facilmente sulla cresta appena percorsa e da qui all’auto, concludendo un giro di grande impatto scenografico e facile da portare a termine, ma si è qui scelto di allungare l’escursione aggiungendovi un po’ di mordente.

Dallo spuntone in cui ci si trova si scende quindi ripidamente per il pendio sottostante, puntando a un guado su un torrente evidenziato da due ontani isolati. Si supera il guado puntando a una radura sottostante (quota 560 circa), dove si piega decisamente a nord, aiutandosi con la traccia GPS a reperire il difficile sentiero e individuando una labile traccia che fora un muro di erica, quasi impossibile da superare se non si trova il giusto varco.

Si oltrepassa un guado, risalendo nella macchia costituita da erica arborea e poi tuffandosi sotto un primo boschetto. Si è guadagnato un sentierino che segue più o meno il costone in quota, riuscendo dal bosco e poi rientrando in un altro più fitto, quello di Talaché. Ormai il sentiero è divenuto una mulattiera di carbonai, come altre che tagliano il bosco a varie quote.

Bisogna fare attenzione a mantenere il giusto sentiero, che si presenta sempre piuttosto sgombro da vegetazione e taglia il versanti con scarse variazioni di pendenza, fino ad arrivare nei pressi di un impluvio.

Risalendo sul lato opposto si arriva alla casetta di Talaché: questo luogo è un crocevia del bosco e della montagna. Nei pressi del vecchio ovile si trovano varie strutture pastorali e una sorgente, utile nel caso si fossero esaurite le scorte idriche. Dall’insediamento si prende una evidente sterrata in direzione nord, restando sulla destra al bivio successivo ed evitando di scendere nelle seguenti deviazioni. Si sale leggermente in un bel bosco di leccio, forse troppo rovinato dal frugare incessante dei cinghiali che in questi boschi ormai abbandonati prosperano. In breve, la sterrata imboccata permette di raggiungere il valico di Jannas e la automobile là parcheggiata.

Download file: pontesu, talachè.gpx

Inizio escursione:

Jannas

Arrivo dell'itinerario:

Pontesu, Talaché

Parcheggio:

Slargo sterrato presso il valico di Jannas

Trasporto Pubblico:

Autobus per Irgoli

Arrivo:

Dal centro di Irgoli si seguono le indicazioni per il sito di Janna ‘e Pruna, presenti anche i cartelli che indicano Sa Conca Isteddata. Per strada asfaltata (12 km) si arriva al valico di Jannas, riconoscibile perla bella vista in direzione di Siniscola ed un cartello turistico che indica i vicini siti di Janna ‘e Pruna e il trek di Sa Conca Isteddata. Qui si posteggia accanto alla strada, poco distante da un traliccio dell’alta tensione.